domenica 17 aprile 2011

La preziosità del silenzio

Il silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la tua difesa e il tuo onore

Il silenzio è magnanimità :
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando non condanni, ma intercedi nell'intimo

Il silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni umane
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli

Il silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando celi nel riserbo i doni di Dio
quando lasci che il tuo agire sia male interpretato
quando lasci ad altri la gloria dell'impresa

Il silenzio è fede:
quando taci perché è lui che agisce
quando rinunci alle voce del mondo per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione perché ti basta essere conosciuto da lui

Il silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocerti e uccidere

Infine il silenzio è adorazione:
quando abbracci la croce, senza chiedere il perché nell'intima certezza che questa è l'unica via giusta.

venerdì 10 luglio 2009

basta poco

Un bambino voleva conoscere Dio.
Sapeva che era un lungo viaggio arrivare dove abita Dio,
ed è per questo che un giorno mise dentro al suo cestino
dei dolci, marmellata e bibite e cominciò la sua ricerca.

Dopo aver camminato per trecento metri circa,
vide una donna anziana seduta su una panchina nel parco.
Era sola e stava osservando alcune colombe.
Il bambino gli si sedette vicino ed aprì il suo cestino.
Stava per bere la sua bibita quando gli sembrò
che la vecchietta avesse fame,
ed allora le offrì uno dei suoi dolci.

La vecchietta riconoscente accettò e sorrise al bambino.
Il suo sorriso era molto bello, tanto bello
che il bambino gli offrì un altro dolce
per vedere di nuovo questo suo sorriso.

Il bambino era incantato!
Si fermò molto tempo mangiando e sorridendo,
senza che nessuno dei due dicesse una sola parola.
Al tramonto il bambino, stanco, si alzò per andarsene,
però prima si volse indietro,
corse verso la vecchietta e la abbracciò.
Ella, dopo averlo abbracciato,
gli dette il più bel sorriso della sua vita.

Quando il bambino arrivò a casa sua ed aprì la porta,
la sua mamma fu sorpresa nel vedere la sua faccia
piena di felicità, e gli chiese:
"Figlio, cosa hai fatto che sei tanto felice?".
Il bambino rispose: "Oggi ho fatto colazione con Dio!".
E prima che sua mamma gli dicesse qualche cosa aggiunse:
"E sai cosa, ha il sorriso più bello che ho mai visto!".

Anche la vecchietta arrivò a casa raggiante di felicità.
Suo figlio restò sorpreso per l'espressione di pace
stampata sul suo volto e le domandò:
"Mamma, cosa hai fatto oggi che ti ha reso tanto felice?".
La vecchietta rispose:
"Oggi ho fatto colazione con Dio, nel parco!".
E prima che suo figlio rispondesse, aggiunse:
"E sai? E' più giovane di quel che pensavo!".

domenica 21 giugno 2009

Ma noi galleggiamo

Il potente re Milinda disse al vecchio sacerdote: "Tu dici che l'uomo che ha compiuto tutto il male possibile per cent'anni e prima di morire chiede perdono a Dio, Otterrà di rinascere in cielo. Se invece uno compie un solo delitto e non si pente finirà all'inferno. E' giusto questo? Cento delitti sono più leggeri di uno?".
Il vecchio sacerdote rispose al re:"Se prendo un sassolino grosso così, e lo depongo sulla superficie del lago, andrà a fondo o galleggerà?".
"Andrà a fondo", rispose il re.
"E se prendo cento grosse pietre, le metto in una barca e spingo la barca in mezzo al lago, andranno a fondo o galleggeranno?".
"Galleggeranno".
"Allora cento pietre e una barca sono più leggere d'un sassolino?".
Il re non sapeva che cosa rispondere.
E il vecchio spiegò."Così, o re, avviene agli uomini. Un uomo anche se ha molto peccato ma si appoggia a Dio, non cadrà nell'inferno. Invece l'uomo che fa il male anche una volta sola, e non ricorre alla misericordia di Dio, andrà perduto".

sabato 20 giugno 2009

Va a giocare con tuo fratello

Strano, ma vero. Vannino, un bambino di quattro anni, quella mattina si alzò dal letto proprio deciso a fare alla mamma un bel regalo. Oggi è la sua festa.
"Mamma – le promette appena la vede - oggi ci penso io a mettere in ordine la mia stanza."
E la prega di lasciarlo solo almeno per due ore.

Si chiude nella sua camera per la grande operazione-regalo. Ce la mette proprio tutta.
Passate le due ore, la mamma bussa alla porta, lo chiama e si fa aprire.
Il sorriso di compiacenza della mamma si intreccia con lo sguardo rammaricato del figlio. Com’era prevedibile, il disordine nella stanza del piccolo regnava più sovrano di prima.
Vannino è cosciente di non essere riuscito a portare a termine l'impresa e chiede alla mamma altre due ore di tempo.
A questo punto la mamma lo prende in braccio, gli fa capire che il regalo è già completo e gradito, ma "è ancor migliore se tu lasci la tua stanza e vai a giocare con tuo fratello".
"Ma…l'ordine nella mia camera?"
"Preferisco che tu vada a giocare con tuo fratello che ti aspetta; alla tua stanza ci penso io".

Verso mezzogiorno i piccoli tornano dal gioco. Prima di mettersi a tavola a consumare il pranzetto che la mamma ha preparato, vanno in camera a deporre berretto e cappotto.
Vannino s'accorge che è vero quello che gli diceva la mamma: "Tu pensa a stare con tuo fratello; impegnati a giocare con lui e io penserò a te, a farti trovare il regalo di una stanza ordinata."

Ogni volta che penso e mi preoccupo della mia perfezione, capisco che perdo tempo e sono inconcludente.
Dio preferisce che io stia a "giocare" con mio fratello; vuole che prima di tutto il mio rapporto con il mio prossimo sia sereno.
Ci pensa lui a ordinare e arricchire la mia anima.
Amare il prossimo permette a Dio di curarsi personalmente di te e della tua santità.

Il ricamo della vita

Per anni e anni Ghior girò il mondo alla ricerca di qualche risposta ai suoi affannosi "perché?". Da piccolo aveva perso la mamma e il papà e aveva dovuto arrangiarsi per vivere, subendo ogni sorta di privazioni. La vita, tra imprevisti, delusioni e accidenti di ogni tipo, non gli aveva mai sorriso veramente. Ora, stanco e arrabbiato, stava per abbandonarsi definitivamente allo sconforto, ma, prima di mollare la presa, decise di fare un ultimo viaggio per il mondo e, preparata alla buona una sacca con cibo e vestiti, s'incamminò alla ricerca di risposte.

Dopo molto tempo, una notte molto fredda, arrivò in un piccolo villaggio, poche tende di pastori, qualche fuoco e molte stelle. Entrò in una delle tende e vicino al fuoco vide addormentata una vecchia donna. Stava quasi per svegliarla e chiederle ospitalità, quando una mano gli sfiorò la spalla. Girandosi di scatto, si trovò davanti un giovane: era un guerriero che sottovoce, ma con tono imperioso, gli disse: "Per la notte copriti con questa!", e gli porse una coperta morbidissima, di lana pettinata, ricamata con colori accesi: nemmeno il tempo di ringraziare, ed era già sparito.

La luce tenue dell'alba svegliò Ghior, che ancora sotto la sua coperta, si sentì invadere come una piena dal peso dei suoi perché e dei suoi dubbi antichi. La vecchia donna rientrando nella tenda con una brocca fumante di latte di capra e qualche focaccia gli disse: "Figliolo, smetti di tormentarti per nulla"."Ma la mia sofferenza e le mie disgrazie sono nulla?" rispose Ghior stupito e rattristato. "Figliolo - riprese la donna - smetti di tormentarti. Ciò che ti ha tenuto caldo durante la notte è proprio la risposta che cerchi".

Ghior non capiva. Cos'era questa cosa che lo aveva tenuto caldo per tutta la notte... ed era anche la risposta ai suoi perché? Sfiorando il bordo della coperta, la morbidissima sensazione della lana si trasformò in una illuminazione: "La coperta, la coperta mi ha tenuto caldo, la coperta! Ma... come può essere la risposta ai perché complicati della mia vita?".

Appoggiato il latte e le focacce per terra, la vecchia donna si chinò fino a sedersi al giaciglio di Ghior.
"Guarda figliolo - disse mostrandogli un lato della coperta - cosa vedi?"
"Dei colori bellissimi, e disegni ancor più belli ricamati con perfezione mai vista".
"Ora guarda l'altro lato: cosa vedi?".
"Vedo il tipico aggrovigliarsi dei fili del ricamo, colori sovrapposti, confusione, nodi curati ma sempre nodi, e tagli di filo e colori, intrecci imprevisti, senza senso, disegni incomprensibili e brutti da vedere".
"Ecco figliolo, la vita, la tua vita è esattamente così: tu sei sotto il ricamo della vita, puoi vedere questa coperta solo da sotto; è la condizione umana. Nel frattempo, per te, su di te e dentro di te si ricamano dall'altro lato disegni e sfumature straordinarie e di una bellezza sconvolgente, e per questo ricamo a volte si rende necessario tagliare, fare nodi, correggere. Da qua sotto è ovvio che SENZA UN PO' DI FEDE e fantasia vedi solo tagli, nodi e confusione, ma guarda un po' cosa sta realizzando Dio su di te...un disegno bellissimo!"

mercoledì 3 giugno 2009

Aiutami a dire di sì

Ho paura di dire di sì, o Signore.
Dove mi condurrai?
Ho paura di avventurarmi,
ho paura di firmare in bianco,
ho paura del sì che reclama altri sì.

Eppure non sono in pace.
Mi insegui, o Signore, sei in agguato da ogni parte.
Cerco il rumore perché temo di sentirTi,
ma Ti infiltri in un silenzio.
Fuggo dalla via perché Ti ho intravisto,
ma mi attendi quando giungo in fondo alla strada.
Dove mi potrei nascondere? Ovunque T’incontro:
non è dunque possibile sfuggirti!

… Ma ho paura di dire di sì, o Signore
Ho paura di darTi la mano, Tu la tini nella Tua.
Ho paura di incontrare il tuo sguardo, Tu sei un seduttore.
Ho paura della tua esigenza, Tu sei un Dio geloso.
Sono braccato, ma mi nascondo.
Sono prigioniero, ma mi dibatto,
e combatto sentendomi vinto.
Perché Tu sei il più forte, o Signore,
Tu possiedi il Mondo e me lo sottrai.
Quando tendo le mani per cogliere persone e cose, esse svaniscono ai miei occhi.
No è una cosa allegra, Signore, non posso prendere nulla per me.
Avvizzisce tra le mie dita il fiore che raccolgo,
muore sulle mie labbra il sorriso che abbozzo,
mi lascia ansante ed inquieto il valzer che ballo.
Tutto mi sembra vuoto,
tutto mi sembra vano,
hai creato il deserto intorno a me.
E ho fame,
e ho sete.
Non mi potrebbe saziare il Mondo intero.

Eppure Ti amavo, o Signore; che Ti ho dunque fato?
Per Te lavoravo, per Te mi spendevo.
O gran Dio terribile, che vuoi dunque ancora?

Piccolo, voglio di più per te e per il Mondo.
Prima conducevi la tua azione,
ma Io non so che farmene.
Mi invitavi ad approvarla, M’invitavi a sostenerla,
volevi interessarMi al tuo lavoro.
Ma vedi, piccolo, invertivi le parti.
Ti ho seguito con gli occhi, ho veduto la tua buona volontà,
ora Io voglio di più per te.
Non farei più la tua azione, ma la volontà del tuo Padre celeste.

Di’: “sì”, piccino.
Ho bisogno del tuo sì, così come ho avuto bisogno del sì di Maria per venire sulla terra,
perché Io debbo essere nel tuo lavoro,
Io debbo essere nella tua famiglia,
Io debbo essere nel tuo quartiere,
e non devi esserci tu.
Il Mio sguardo penetra e non il tuo,
la Mia parola trasporta e non la tua,
la mia vita trasforma e non la tua.
Dammi TUTTO, abbandonami TUTTO.
Ho bisogno del tuo sì per sposarti e scendere sulla terra.
Ho bisogno del tuo sì per continuare a salvare il Mondo!


O Signore, ho paura della Tua esigenza,
ma chi Ti può resistere?
Affinché venga il Tuo regno e non il mio,
affinché sia fatta la tua volontà e non la mia,
aiutami a dare di SÌ.

Michel Quoist

mercoledì 8 aprile 2009

IL PREZZO PAGATO

Un giorno Satana e Gesù stavano conversando.

Satana era appena ritornato dal Giardino di Eden, era borioso e si gonfiava di superbia.
"Si, Signore, ho appena catturato l'intera umanità. Ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza, ho usato un'esca che sapevo ottima. Li ho presi tutti!"

"Cosa farai con loro?" chiese Gesù.

Satana rispose: "Oh, mi divertirò con loro! Gli insegnerò come sposarsi e divorziare, come odiare e farsi male a vicenda, come bere e fumare e bestemmiare. Gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili e bombe e ad ammazzarsi fra di loro. Mi divertirò un mondo!"

"E poi, quando avrai finito di giocare con loro, cosa ne farai?" chiese Gesù.

"Oh, li ucciderò!" esclamò satana con superbia.

"Quanto vuoi per loro?" chiese Gesù.

"Ma va, non la vuoi questa gente. Non sono per niente buoni, sono cattivi. Li prenderai e ti odiaranno. Ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno. No, non puoi volerli!!"

"Quanto?" chiese di nuovo Gesù.

Satana sogghignando disse: "Tutto il tuo sangue, tutte le tue lacrime e la tua vita".

Gesù disse: "AFFARE FATTO"!
E poi pagò il prezzo.